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"the on line aviation corner"
edited by mauro finati/flighline iaps and paolo rollino/aviation reports
I CACCIA CON LA STELLA DI DAVID
(testo e foto di Mauro Finati & Paolo Rollino)
Poche forze aeree al mondo attirano così tanto interesse come la Heyl Ha’Avir (Israeli Air Corps – Forza Aerea Israeliana). Questa organizzazione si è guadagnata una
solida reputazione di efficienza, invincibilità ed intraprendenza nel corso di numerose battaglie aeree e nei molti confronti con le nazioni confinanti. Notoriamente
riservata per le stringenti esigenze di sicurezza, la FA Israeliana concede molto raramente accesso a visitatori stranieri sulle proprie basi.
Nata nel primo dopoguerra in maniera improvvisata e repentina, venne inizialmente equipaggiata con materiale eterogeneo, spesso recuperato anche tramite canali non
ufficiali. La FA Israeliana è cresciuta nel corso degli anni in dimensioni e capacità, fino a diventare una delle più prestanti e meglio equipaggiate forze aeree del
mondo.
La HHA è una branca delle Israel Defence Forces (IDF) e, come tale, costituisce oggi l’elemento cardine della struttura militare del paese, avendo raggiunto una
dimensione ragguardevole in termine di reparti e di velivoli, tanto più se posta in relazione con le modeste dimensioni territoriali di Israele e della sua relativamente
piccola popolazione. Nel corso dell’ultimo decennio, è stato fatto un notevole sforzo riorganizzativo e di ammodernamento riguardante le sue basi aeree, il materiale
di volo e gli armamenti. Questo processo è ancora in corso per quanto riguarda le componenti dell’ addestramento avanzato e dei trasporti.
Lo sviluppo della HHA è avvenuto soprattutto grazie al sostanzioso supporto finanziario degli USA. Di conseguenza, questa situazione ha portato alla pressoché totale
dipendenza di Israele dalle forniture di materiale di volo statunitense, tanto che l’attuale Ordine di Battaglia è formato da reparti equipaggiati quasi interamente
con velivoli ed elicotteri prodotti oltre oceano. Per inciso, Israele possiede la flotta di F-16 più numerosa dopo quella degli USA. La quota residua è costituita da
minori produzioni nazionali, francesi (AS-565SA) e tedesche (Grob G-120AI).
Nonostante ciò, Israele è stato in grado di impiantare un’avanzata industria militare, sviluppando settori ad elevato contenuto tecnologico nei quali ha raggiunto veri e propri livelli di eccellenza. Ci riferiamo in particolare ai comparti missilistico, del munizionamento di precisione (PGM), dei sistemi avionici, dei radar aeroportati e, soprattutto degli UAV/UAS, settore nel quale Israele è riconosciuta come nazione leader a livello mondiale. Pressoché tutti i velivoli da combattimento sono dotati di sistemi avionici e di armamento di produzione nazionale le cui reali capacità operative non sono conosciute. Non essendo in dotazione ad altra nazione se non ad Israele stessa, questi equipaggiamenti danno al paese un consistente margine di vantaggio tattico e strategico, poiché lo svincolano da dipendenze esterne. Si pensi ad esempio ai sistemi di autoprotezione, all’aggiornamento delle librerie elettroniche dei sistemi ECM/EW o al munizionamento aria-aria e aria-suolo. Oramai per qualsiasi commessa di nuovo materiale di volo Israele si riserva sempre la possibilità di dotare i velivoli di apparecchiature elettroniche di produzione nazionale.
ATTACCO STRATEGICO
Grazie ad un equipaggiamento sempre all’avanguardia, Israele possiede attualmente un notevole margine sia qualitativo che quantitativo rispetto alle aviazioni militari
dei Paesi confinanti, che, nel passato, sono stati ampiamente surclassati in combattimento. Piuttosto, dal punto di vista militare, le potenziali minacce alla sua
sicurezza oggi provengono da nazioni ben più lontane, come l’Iran. E’ comprensibile quindi che la maggior parte delle risorse della IAF siano state ultimamente dedicate
all’acquisizione di una capacità offensiva a lungo raggio, supportata anche da una consistente flotta di B-707 in versione tanker.
25 caccia Boeing F-15I “Ra’am” inquadrati nel 69 Sqn. di base ad Hatzerim, costituiscono la punta di lancia della capacità d’attacco israeliana, grazie al loro notevole
raggio d’azione ed al carico bellico trasportabile. Basati sulla versione Strike Eagle dell'USAF (F-15E), i Ra'am sono stati introdotti verso la fine degli anni 90 e
sono contraddistinti dalla livrea mimetica standard Israeliana a tre toni, che li differenzia dalla flotta di F-15 da superiorità aerea. Grazie all’esuberanza dei due
propulsori Pratt & Whitney F100-PW-229 gli F-15I sono in grado di lanciare anche le bombe GBU-28 ‘bunker buster’ da 4,500lb in grado di distruggere anche i bunker
sotterranei.
Gli F-15I sono affiancati da un centinaio di Lockheed Martin F-16I “Sufa”, in assoluto il jet più moderno dell’arsenale israeliano. Questi velivoli, con l’utilizzo delle
CFT (Conformal Fuel Tanks), assicurano un lunghissimo raggio d’azione, paragonabile a quello dei “Ra’am”. Quattro sono le unità di volo equipaggiate con il Sufa: il 107 Sqn.
basato ad Hatzerim e gli Squadron 113, 119 e 201 di Ramon.
Acquisiti a partire dal 2004, gli F-16I sono una versione sviluppata dallo F-16D Block 52, su esclusive specifiche Israeliane. I Sufa incorporano numerosi sistemi
avionici avanzati prodotti dall’ industria locale le cui caratteristiche sono ovviamente riservatissime. Pare infatti che questi apparati siano stati montati in Israele
solamente dopo la consegna dei velivoli. Questi jet sono caratterizzati esteriormente dalla presenza delle CFT, dalla grossa carenatura dorsale e dai numerosissimi
sensori ed antenne distribuiti lungo tutta la fusoliera. Inoltre, sui alcuni velivoli sono riscontrabili differenze negli equipaggiamenti avionici che si evidenziano
con la presenza esterna di dielettrici aggiuntivi. I piloti militari italiani che hanno volato con gli israeliani nel corso di esercitazioni congiunte in Sardegna ed
in Israele, sono rimasti molto impressionati dalle notevoli capacità operative dimostrate da questi velivoli.
DIFESA AEREA
Il grosso della linea F-16 è costituita dalle versioni più anziane. Rimangono ancora in servizio un centinaio di esemplari di F-16A/B “Netz”. Basati su cellule Block 10,
furono introdotti in servizio a partire dal Luglio 1980, rendendosi immediatamente protagonisti della famosa incursione che distrusse la centrale nucleare irachena di
Osirak, nel 1981. L’anno successivo vennero ampiamente utilizzati nelle battaglie aeree dei cieli del Libano Meridionale e della Valle della Beka’a, durante le quali
i piloti israeliani ottennero numerose vittorie, a spese dell’aviazione siriana.
I Netz sono attualmente relegati a compiti secondari di difesa aerea e, soprattutto, a ruoli addestrativi. Equipaggiano infatti la Operational Training Unit (140 Squadron
“Golden Eagle”) e l'Advanced Operational Training Unit (116 Sqn, “Defenders of the South”), entrambe basate a Nevatim e l'unità Aggressor (il 115 Sqn. “Flying Dragons”)
di Ovda, nell’estremo Sud del deserto del Negev.
Un altro centinaio di F-16C/D “Barak” sono tuttora in servizio con alcune unità basate ad Hatzor e a Ramat David. Anche questi jet sono stati intensamente utilizzati nel corso di molte operazioni, in particolar modo nei ruoli d’attacco al suolo e Wild-Weasel (SEAD). Tuttavia, con l’introduzione in servizio dei Sufa e dei Ra’am, il ruolo operativo principale dei più anziani Barak è stato ristretto alla difesa aerea, pur mantenendo capacità operative nell’ attacco al suolo con munizionamento di precisione, come le GBU-31 JDAM e gli AGM Rafel Spice, Popeye e IMI Delilah. Su questi velivoli, è in corso un importante programma di aggiornamento denominato Barak 2020, finalizzato all’ampliamento delle loro capacità operative ed all’estensione della vita utile. Il programma coinvolge ovviamente in maniera massiccia l’industria locale e prevede l’adozione, tra le altre cose, di una suite avionica avanzata sullo standard dei Sufa.
L’ossatura della difesa aerea di Israele è costituita dagli F-15 di Tel Nof, inquadrati negli Squadron 106 e 133. A partire dai tardi anni settanta, sono state fornite ad Israele aliquote di F-15A/B seguiti dai più performanti C/D. Tutti gli Eagles da superiorità aerea, dei quali ne rimarrebbero in servizio tra i 50 ed i 60 esemplari, sono conosciuti localmente con il nomignolo di “Baz” e mantengono l’originale colorazione “Air-Superiority” a toni di grigio. Molti sono i velivoli che mostrano sul lato anteriore sinistro il nome di battaglia a loro assegnato, in caratteri ebraici di colore blu. Inoltre, su alcuni caccia, sono tuttora presenti le coccarde relative alle vittorie aeree riportate, nonostante che le ultime ufficialmente registrate risalgano ormai alla metà degli anni 80. Anche questi velivoli sono stati estesamente aggiornati localmente nei loro apparati elettronici, nei sistemi d’arma e nelle capacità operative, tanto da acquisire una reale capacità dual-role.
L’Eagle venne infatti introdotto in servizio come caccia intercettore e da superiorità aerea, inizialmente armato con quattro missili AIM-7 e quattro missili AIM-9
idewinder. Tuttavia, è stato successivamente utilizzato dalla FA Israeliana anche in missioni di attacco al suolo, armato con bombe JDAM o con le israeliane Rafael
Popeye. Attualmente, l’armamento aria-aria impiegabile è costituito dagli AIM-120C e Raphael Python IV e V. Con alcuni F-15 Baz del 106 Squadron venne effettuato
il raid più a lungo raggio finora mai effettuato dai caccia israeliani quando, il 1 Ottobre 1985, nel corso dell'operazione “Wooden Leg” (Gamba di Legno), venne
colpito il Quartier Generale della OLP fin dentro il territorio tunisino, coprendo una distanza di oltre 1.200 miglia nautiche. In linea generale, l’armamento aria-aria
viene impiegato estesamente anche sui velivoli d’attacco.
ADDESTRAMENTO OPERATIVO
Sulla base di Hatzerim, inquadrati nel 102 Squadron “The Flying Tigers”, sono ancora in servizio, con compiti di addestramento avanzato, poco meno di quaranta esemplari
del mitico Douglas A-4 Skyhawk nelle versioni A-4N (monoposto), TA-4H e TA-4J (biposto). Tutti gli esemplari attualmente in linea sono stati sottoposti, a partire dal
2004, ad un programma di aggiormnamento avionico che comprende HUD (Head Up Display), navigazione integrata con GPS, nuovo sistema di sgancio del carico bellico e un
nuovo cockpit comprendente un display multifunzione. Conosciuto in Israele con il nomignolo di “Ayit” (aquila) ed in linea ormai da 45 anni (le prime due macchine
furono consegnate il 29 dicembre 1967), ne è prevista a breve la sua sostituzione con l'addestratore italiano Alenia-Aermacchi M-346, del quale ne è stato recentemente
firmato il contratto di fornitura per 30 esemplari, con consegne previste a partire dal 2014.
Dal punto di vista dell'araldica, i velivoli della linea caccia della IAF costituiscono un piacevole diversivo rispetto al monotono panorama delle aviazioni
appartenenti alla NATO, costituito com’è da velivoli invariabilmente grigi. Fatta eccezione per la linea “Baz”, l'intera flotta caccia è infatti caratterizzata
dall’insolita ed attraente mimetica israeliana a tre toni (sand/brown/green) con superfici inferiori in grigio medio. Le insegne di nazionalità sono a pieni colori e,
soprattutto, vengono utilizzate grandi e coloratissime insegne di reparto dipinte sull'intera deriva. Quest'ultima caratteristica ha la funzione di facilitare
l'identificazione visuale dei velivoli amici, sia da terra che dall'aria.
2012© Mauro Finati & Paolo Rollino