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"the on line aviation corner"
edited by mauro finati/flighline iaps and paolo rollino/aviation reports
GLI ELICOTTERI DEL DESERTO
(testo e foto di Mauro Finati & Paolo Rollino)

Per quanto l’estensione territoriale e l’orografia dello Stato d’Israele non sembra presentino particolari difficoltà per lo spostamento di truppe all’interno del Paese,
è di facile intuizione capire come anche il fattore tempo abbia la sua importanza. In caso di conflitti, scontri armati, o semplici tensioni lungo la linea di confine,
è vitale poter far confluire da ogni angolo del Paese uomini e mezzi il più velocemente possibile. E la macchina che meglio risponde a queste due prerogative,
velocità e facilità di spostamento, soprattutto per le corte/medie distanze è sicuramente l’elicottero.
Parallelamente alle classiche operazioni di trasporto truppe, SAR e Combat SAR, la Heyl Ha’Avir ha da lungo tempo compreso l’importanza dell’elicottero quale fattore
chiave per il successo anche nelle più complesse operazioni di attacco, e di supporto nelle operazioni speciali. Il prolungato impegno militare di Israele nei confronti
degli Stati confinanti nonché delle organizzazioni terroristiche e paramilitari che quasi quotidianamente minacciano la sua sicurezza, ha portato alla costituzione
di una consistente flotta di elicotteri, in grado di assolvere efficacemente a tutti ruoli operativi.
Inoltre, la progressiva crescita quantitativa e qualitativa della componente ad ala rotante della Heyl Ha’Avir, si è svolta parallelamente ad una radicale mutazione
degli approcci operativi, divenuti indispensabili per fronteggiare con successo le attuali minacce asimmetriche, caratterizzate tra l’altro da scenari fortemente
urbanizzati e da confini incerti tra le popolazioni civili e le organizzazioni paramilitari e di guerriglia, come quelli che contraddistinguono i Territori Palestinesi
e della Striscia di Gaza.
Lo sviluppo della flotta elicotteristica israeliana è avvenuta soprattutto grazie al consistente supporto degli USA, tantoché i modelli attualmente in linea sono quasi
interamente costituiti da materiale statunitense. Quello ebraico, tuttavia, è un popolo storicamente costretto a fidarsi quasi esclusivamente delle proprie risorse
per sopravvivere. In conseguenza di ciò, Israele è stato in grado di impiantare un’avanzata industria militare, sviluppando settori ad elevato contenuto tecnologico
nei quali ha raggiunto veri e propri livelli di eccellenza. Ci riferiamo in particolare ai comparti missilistico, del munizionamento di precisione (PGM), dei sistemi
avionici, degli UAV/UAS e dei radar aeroportati. Similmente a quanto avviene con i velivoli da combattimento, tutti gli elicotteri oggi in servizio nella IAF
sono dotati di sistemi avionici e di armamenti di produzione nazionale, le cui reali capacità operative non sono mai state dichiarate ufficialmente.

LA FASE ADDESTRATIVA
Tuttavia, per quanto sofisticato e tecnologicamente avanzato un elicottero possa essere, non bisogna mai dimenticare il fattore umano sempre presente che gestisce
la macchina: per questo motivo grande enfasi viene posta dalla Heyl Ha’Avir nell’addestramento dei propri piloti e operatori di sistemi. E’ noto infatti come la IAF
selezioni con estrema oculatezza il proprio personale tra i giovani più abili, preparati e, soprattutto, motivati.
I test fisici ed attitudinali a cui vengono sottoposti i futuri cadetti, di norma diciottenni, sono numerosi ed impegnativi; solo coloro che li superano accedono ai corsi
dell’Accademia di Volo di Hatzerim.
Durante un primo periodo di sei mesi di lezioni in aula, i cadetti iniziano a volare con i Grob 120A-1 Snunit (rondine), sotto il controllo di piloti veterani con
grandissima esperienza operativa alle spalle. In questa fase i cadetti non imparano a pilotare lo Snunit, ma inizia ad essere valutata la loro propensione al volo
e la loro capacità di apprendimento come futuri piloti di aerei, di elicotteri o navigatori.
Durante il secondo anno si passa alla fase di volo basico con i T-6A Efroni, mentre al terzo ed ultimo anno di Accademia, i cadetti selezionati per
l’ala rotante proseguono l’addestramento con i Bell 206B Saifan (OH-58B) della Flight Training School. Conseguito il brevetto di pilota di elicottero, l’addestramento
prosegue per un minimo di due anni con gli UH-60, prima di passare al più impegnativo CH-53. I piloti destinati agli elicotteri d’attacco, invece iniziano da subito
a volare con i Bell AH-1F e, solo dopo aver dimostrato di possedere determinate caratteristiche, possono transitare sull’AH-64.

LE ORIGINI
L’esperienza operativa israeliana con l’ala rotante iniziò già a partire dal 1951 con alcuni Hiller 360. Fino ai primi anni sessanta tuttavia l’utilizzo degli elicotteri
fu limitato agli ambiti operativi di collegamento e soccorso. In considerazione delle scarse risorse economiche disponibili a quell’epoca, comprensibilmente venne data
priorità ai velivoli da caccia e da combattimento.
L’introduzione di adeguate quantità di elicotteri si ebbe solamente all’indomani della II Guerra Arabo-Israeliana (1956) quando le capacità operative della Heil Ha’Avir
furono incrementate mediante l’acquisizione di una nutrita e versatile componente elicotteristica, in grado di svolgere efficacemente compiti di comunicazione, ricognizione,
SAR e di supporto delle unità di incursori. Ai due iniziali Sikorsky S.55 si aggiunsero 31 S.58 provenienti da surplus americani (7) e tedeschi (24). Dalla Francia
vennero acquistati a partire dal 1960 15 Alouette II e 5 S.A. Super Frelon mentre dagli USA arrivarono anche una decina di Bell-47G e Hiller 12.
Queste acquisizioni resero possibile la costituzione nei primi anni sessanta dei primi squadroni di elicotteri e, soprattutto, la loro integrazione con le unità d’elite
dell’ esercito. In particolare, l’introduzione in servizio dello S.58 e, in seguito, del Super Frelon consentì il rapido dispiegamento di consistenti forze di terra e
di mezzi blindati leggeri, anche su lunghe distanze. Questo fondamentale cambiamento concettuale dimostrò ampiamente la sua validità durante la Guerra dei Sei Giorni
del 1967 (III Guerra Arabo-Israeliana) durante la quale gli elicotteri furono fondamentali per la conquista dei territori del Golan, trasportando unità di paracadutisti
alle spalle delle linee siriane. I Super Frelon, dei quali nel frattempo ne vennero acquisiti altri esemplari, furono impiegati per effettuare numerose e spettacolari
operazioni di commando anche durante la successiva Guerra d’Attrito, come ad esempio la distruzione della flotta aerea commerciale libanese a Beirut (Dec. 1968) oppure
i raid di Ras Ghareb (Dec. 1969) e dell’Isola Shedwan (Jan. 1970), in cui vennero catturati alcuni apparati radar in dotazione all’Egitto, le cui componenti furono
trasferite intatte in Israele.
La seconda metà degli anni sessanta fu caratterizzata dall’abbandono, da parte di Israele, della Francia quale tradizionale fornitore di equipaggiamenti militari,
sostituiti da sempre più consistenti ed avanzate forniture statunitensi. A partire dal 1969 vennero infatti introdotti in servizio 20 Agusta-Bell AB-205A oltre ad alcuni
UH-1D di produzione americana. Gli AB-205A furono immediatamente impiegati in diverse missioni di contrasto alle formazioni della PLO lungo la valle del fiume Giordano,
utilizzati anche nel ruolo di cannoniere volanti. In quello stesso periodo arrivarono anche i primi 10 CH-53G, che furono poi estesamente utilizzati in azioni di
penetrazione profonda nel territorio Egiziano.
Subito dopo la Guerra dello Yom-Kippur (1973) iniziarono ad affluire anche alcuni AB-206A Jet-Rangers in sostituzione degli Alouette, seguiti dal primo vero elicottero
da combattimento, il Bell AH-1 Huey Cobra e, alla fine del decennio, dagli Hughes 500MD Defender.

GLI ELICOTTERI D'ATTACCO E LE MISSIONI OPERATIVE
Ricevuti a partire dal 1975 in più di sessanta esemplari, nelle versioni AH-1E, F, G, Q e aggiornati progressivamente alla versione S, i Bell AH-1 Tsefa (vipera) rimangono operativi solo in due reparti: la già citata Flying Training School di Hatzerim utilizza le macchine della più vecchia versione AH-1F mentre il 160° Squadron (The Northern Cobra) basato a Palmachim ha in linea i più aggiornati e prestanti AH-1S. Spinto da una turbina Lycoming T53L-703 da 1343 kW, e armato con un massimo di otto missili a guida ottica TOW, o con razzi da 2,75 inches, e con il cannoncino M197 a tre canne rotanti da 20mm posto sotto il muso, gli AH-1S vengono ora principalmente impiegati per la scorta armata degli altri elicotteri in missioni trasporto truppe o per le missioni di Combat SAR.


Sebbene la sostituzione dello Tsefa con un nuovo elicottero armato non è ancora in agenda, la Heyl Ha’Avir ha valutato nel recente passato (2008) anche una versione
armata dell’UH-60 Blackhawk, modificata secondo progetti della Elbit israeliana e dotata di sofisticate apparecchiature elettroniche, sistemi di puntamento elettro-ottici,
RADAR Laser con sistemi a mappatura digitale, missili aria suolo derivati dal Rafael Spike e cannoncino sotto la fusoliera. Dopo circa un anno di sperimentazioni questo
progetto è stato abbandonato, anche se la tecnologia acquisita ed i test effettuati potrebbero avere positivi risvolti economici ed industriali in un prossimo futuro.

Per le missioni anti-tank vengono invece utilizzati gli elicotteri Boeing AH-64A Peten (Pitone) e gli AH-64D Saraf (Serpente) rispettivamente inquadrati nel 190° Squadron
(The Magic Touch) e nel 113° Squadron (The Hornet). Benché entrambi i reparti siano nominalmente basati a Ramon, nel deserto del Negev, alcune macchine vengono sempre
distaccate su altre basi con compiti di pronto impiego con decollo entro pochissimi minuti (10’).
La differenza esterna più evidente tra le due macchine sta nel radome a forma di disco volante posto sopra il rotore principale, contenente il sistema di puntamento e
acquisizione bersagli FCR (Fire Control Radar) AN/APG-78 a onde millimetriche. Inoltre questa versione monta più potenti turboalberi General Electric T700-GE-701C, da 1419 kW.
Consegnati a partire dal 1991, molti degli originali AH-64A sono ormai stati aggiornati dalla Boeing alla versione DELTA. Tuttavia, anche le cellule che per il momento
non sono state ricondizionate, presentano numerose migliorie nella dotazione avionica che è di livello simile a quella adottata sui Saraf. Inoltre, alcuni esemplari
di entrambe le versioni sono stati modificati con l’introduzione di apparati data-link di produzione locale (Elbit Nadiv), grazie alle quali elicotteri, UAV, carri
e mezzi della fanteria riescono a scambiare informazioni in tempo reale, senza l’uso dei più consueti canali radio, grazie ai quali è possibile ottenere una situazione
tattica sempre aggiornata. Grazie ai sistemi navigazione e di puntamento TADS, comprendente puntatore laser, FLIR e schermo TV per riprese dirette, e al sistema di
navigazione notturno TNVS (Thermal Night Vision System) interfacciato con i caschi NVG, gli AH-64 possono operare senza limitazioni anche di notte e con brutto tempo.
Completano le apparecchiature elettroniche di bordo i sistemi di autoprotezione RWR AN/APR-39A(V), e la suite di difesa elettronica Elisra Seraph, comprendente Missile
Warning Receiver SPS-65 e radar-jammer SPJ-40.
L’armamento dei Peten e dei Saraf comprende fino ad un massimo di 16 missili aria-suolo fire-and-forget AGM-114L Hellfire, razziere per razzi da 2,75 pollici ed il
cannoncino Boeing M230 da 30mm con 1200 colpi; il raggio d’azione senza taniche alari è di circa 300 miglia, distanza più che sufficiente per rispondere ad ogni
minaccia portata dagli estremisti palestinesi di Hamas della striscia di Gaza o dai militanti armati di Hezbollah libanesi o dai terroristi islamici nascosti in
territorio siriano.
I Peten del 190° Squadron sono stati massicciamente utilizzati sia nella I che nella II Guerra del Libano (1996-Operazione ‘Accountability’ e 2006-Operazione ‘Grape
of Wrate’), mentre i più recenti Saraf del 113° Squadron hanno preso parte ai combattimenti durante la II Guerra del Libano e, più recentemente, nella Operazione
‘Cast Lead’ dove avevano il compito di distruggere le postazioni lanciarazzi dei militanti di Hamas nella striscia di Gaza.
Entrambe le versioni dell' Apaches hanno accumulato migliaia di ore di volo in combattimento contro gli Hetzbollah della Striscia di Gaza e nella zona di Eilat. Le
missioni riguardano sia le attività di soppressione delle postazioni di razzi e l'attacco di obiettivi situati in profondità del territorio nemico nonché l'attacco a
bersagli in movimento. Grazie alla loro capacità di colpire in maniera estremamente precisa e di volare silenziosamente, gli AH-64 sono stati impiegati con estrema
efficacia in operazioni di eliminazione extra-giudiziale di molti degli uomini chiave delle formazione terroristiche che combattono Israele.
Come intuibile, il settore d'intervento di questi elicotteri è tra i più delicati in quanto operano in zone densamente popolate e, come detto, il confine tra terroristi
e civili inermi è spesso assai labile ed incerto. In tali situazioni, la responsabilità delle azioni eseguite è molto alta ed il costo di eventuali errori è sempre
a carico del capo formazione.


TRASPORTO TRUPPE E SAR
Per quanto riguarda le più classiche missioni di trasporto truppe, la Heyl Ha’Avir utilizza i Sikorsky UH-60 quale elicottero multiuso e i Sikorsky S.65C-3 per il trasporto pesante.


Consegnati a partire dal 1967 in più di sessanta esemplari, i CH-53 Yas’ur (procellaria) sono ora inquadrati in due reparti entrambi basati a Tel Nof: il 114° Squadron (The Night Leaders) e il 118° Squadron (The Nocturnal Birds of Prey). Capace di trasportare fino ad un massimo di 52 uomini equipaggiati e con un raggio d’azione superiore ai 1000 km, eventualmente aumentabili grazie alla possibilità dii rifornimento in volo, le macchine vengono utilizzate anche per le missioni SAR (Search and Rescue) con capacità massima di 22 barelle e Combat-SAR (C-SAR) e per le operazioni cosiddette ‘speciali’, cioè di infiltrazione in territorio nemico.


Nel corso degli anni gli elicotteri sono stati continuamente aggiornati, soprattutto per quello che riguarda la componentistica d’avionica: nel 1994 è stato lanciato il programma
Yas’ur 2000, seguito poi nel 2006 dal programma Yas’ur 2025, con il quale si pensa di mantenere in linea le macchine almeno fino a quella data. Le migliorie riguardano
l’installazione di nuove apparecchiature per la guerra elettronica (EW) e di comunicazione satellitare, e del sistema ELOP LORD (Laser Obstacle ranging and Display)
di rilevamento laser di ostacoli difficilmente individuabili, costruito dalla israeliana Elbit, molto utile nel caso di atterraggio su campi polverosi dove la sabbia
circonda il velivolo e non lascia vedere niente ai membri dell’equipaggio (brownout). Grazie a queste nuove apparecchiature gli Yas’ur 2025 vengono anche utilizzati
come ponti radio nelle zone montuose, dove possono rimanere in hovering fino al massimo della tangenza operativa di 18.000 piedi di altitudine e scambiare informazioni e
aggiornare la situazione del campo di battaglia con i mezzi a terra o con gli elicotteri d’attacco.
Per il trasporto medio la Heyl Ha’Avir utilizza i Sikorsky UH-60/S.70 Yanshuf (Gufo), che hanno completamente sostituito i Bell 212 e i Bell 205 anche nelle missioni
VIP, SAR, CSAR e di collegamento. Le prime dieci macchine, UH-60A sono tutte di provenienza ex US Army sono state consegnate nel corso dell’estate del 1994; successivamente,
nel 1997, sono state acquisite 15 S-70A-50 cui si sono aggiunte altre 24 macchine a partire dal 2000, questa volta nella versione S-70A-55.
Le differenze tra le varie
versioni sono minime, e riguardano soprattutto il peso massimo al decollo e le prestazioni a pieno carico: per i piloti comunque non c’è praticamente alcuna differenza,
e tutti possono volare indifferentemente con qualsivoglia macchina venga assegnata alla missione. Numerose sono anche le migliorie apportate agli apparati elettronici
di bordo, soprattutto per quanto riguarda gli apparati di comunicazione, mentre alcune esemplari sono stati equipaggiati con la sonda di rifornimento in volo.
Due sono i reparti equipaggiati con lo Yanshuf: il 124° Squadron (The Rolling Sword) basato a Palmachim e il 123° Squadron (The Southern Bells) di Hatzerim. In entrambe
le basi un elicottero allestito con taniche alari supplementari è sempre pronto al decollo su allarme per missioni di ricerca e soccorso, nell’eventualità di incidenti
aerei.


Infine a Ramat David sono basati dal 1985 cinque elicotteri Aerospaziale AS.565MA Atalef (Delfino) (HH-65A), che sono inquadrati nel 193° Squadron (Defenders Of The West)
e operano in supporto alle fregate della Marina Israeliana.
Israele ha adottato nel corso degli anni diversi schemi di colore per la sua flotta di elicotteri. In generale, negli ultimi due decenni, l'attraente standard a tre
toni di colore verde-sabbia-marrone ha sostituito il verde oliva uniforme, con vernice a limitato segnale IR. Un certo numero di mimentiche sperimentali sono emersi di
tanto in tanto, come ad esempio il cosiddetto "Syrian Scheme", formato da una tonalità di verde chiaro su imposto su una base di sabbia chiara. Negli ultimi anni tuttavia, la flotta di AH-64 e UH-60 ha adottato una duplice combinazione di colori con toni di sabbia chiara e marrone, conosciuta anche come la "Tiger Scheme", mentre la flotta di Ya'ssur presenta un colore sabbia scuro monocromatico.
Per finalità di identificazione, sia di giorno e che di notte, l'intera flotta di elicotteri da combattimento mostra sulla parte posteriore della fusoliera una grande
‘V’ gialla con vernice IR riflettente.




2012© Mauro Finati & Paolo Rollino