ANATOLIAN EAGLE 2019




(testo e foto di Paolo Rollino)



           

               

           

               

       

           

               

           

               


Dopo due anni di sospensione causati dal tentativo di golpe del luglio del 2016, che ha comportato tra l'altro l'allontanamento di numerosi piloti alti ufficiali e il riposizionamento di alcune unità operative della Forza Aerea Turca (THK - Türk Hava Kuvvetleri), nel 2019 ritorna a prendere vita l'Anatolian Eagle Training Center di Konya.
Organizzata nelle ultime due settimane di Giugno, l'esercitazione aerea denominata 'Anatolian Eagle 2019' ha visto coinvolti circa 1100 uomini e donne e non meno di una sessantina di velivoli appartenenti alle forze aeree di Turchia (F-16C/D, F-4E, C-160, CN-235, AS-532U, KC-135; E-7T), Pakistan (JF-17), Italia (AMX), USAFE (F-15E), Giordania (F-16A/B MLU), Qatar (C-17, C-130), e NATO AEW (E-3A). Anche altri assetti dell'Esercito turco e della Marina turca hanno preso parte all'esercitazione in alcune missioni specifiche.
L'Anatolian Eagle è un'esercitazione di guerra aerea di media grandezza ed è considerata una delle più complesse ed impegnative in questa categoria. Lo scopo quello è di pianificare missioni integrate multi-unità ad alta forza di impiego (LFE) o task-oriented, al fine di aumentare l'interoperabilità tra le forze in campo, e di consolidare o riaggiornare le tattiche, le tecniche e le procedure standard già in uso.
L'esercitazione simula alcuni scenari operativi inseriti in un simulato contesto di crisi internazionale, entro i cui ambiti vengono svolti tutti i ruoli di una guerra aerea moderna: DCA-A/OCA-A, OCA-G, CAS-AI, SEAD, C2-HVAA P/A, SAR and CSAR, CAP, Tactical Air Lift/Drop, Air Refuelling, Electronic Warfare, Slow Mover Protection, Anti-Surface Force Attack Operations, Time Sensitive Targetting and Dynamic Targetting, Recce, GBAD (Ground Based Air Defence) Systems.
Come spiegato dal Maj Turgay Tümer, comandante dello Squadron AETC, l'obiettivo principale dell'esercitazione è quello di simulare il più realisticamente possibile il cosiddetto "Battle Rhythm", che, per ogni missione, comprende la pianificazione, le operazioni di volo, la raccolta di dati per valutare l'esito della battaglia e il debriefing per capire soprattutto cosa non è stato eseguito correttamente. Il motto di AETC è "train as you fight", e riassume in poche parole ciò per cui AETC è stato costruito: offrire ai partecipanti un ambiente ampio e libero da limitazioni, che quindi riesce a garantire una libertà d'azione difficile da trovare durante le normali attività addestrative, cercando di rappresentare le minacce che gli equipaggi potrebbero affrontare in operazioni reali.
Tutte le Forze Aeree partecipanti hanno potuto colpire vari tipi di bersaglio, che vanno dai carri armati e fregate alle basi aeree o altre attività di alto valore. In totale, durante i nove giorni di attività di volo, gli equipaggi hanno completato circa 390 missioni.
La differenza più grande rispetto alle ultime edizioni è stata che durante l'AE 2019 è stata pianificata una sola missione aerea giornaliera, che vedeva coinvolti quasi cinquanta aeromobili: nel pomeriggio gli equipaggi hanno adattato le missioni in base alle loro esigenze specifiche, e di solito meno velivoli hanno preso il volo. Per arrecare meno disturbo possibiloe alla popolazione, non sono state pianificate missioni notturne.



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2019©Paolo Rollino/pierrestudio