INIOHOS 2016

agisci con consapevolezza




(testo e foto di Mauro Finati e Paolo Rollino)




Agli occhi di un osservatore esterno le esercitazioni aeree tendono ad essere un pò tutte uguali nel loro svolgersi. E'impossibile acquisire informazioni approfondite su ciò che effettivamente avviene nel corso delle attività aeree; briefing classificati e bocche cucite sono la parola d'ordine. In queste occasioni vengono studiate e pianificate le missioni come potrebbero svolgersi in un vero ambiente operativo, escludendo ovviamente il solo uso del munizionamento reale. INIOHOS 2016 è però stata caratterizzata da elementi di novità e di atipicità rispetto al tradizionale panorama di esercitazioni, non fosse altro per la partecipazione del personale e dei velivoli della Heyl Ha'Avir israeliana. L'attività si è svolta nel Peloponneso, dal 4 al 15 aprile.

INIOHOS in lingua greca identifica l'auriga, ovvero colui che tiene le redini del carro da battaglia dei guerrieri spartani che nell'antichità popolavano quel territorio; oggi, idealmente, rappresenta colui che coordina e gestisce le diverse componenti di una forza aerea moderna che cooperano tra di loro ed agiscono con successo.

L'esercitazione venne svolta per la prima volta nel 1988 quale attività di Combattimento Aereo (Air Warfare) su piccola scala e limitata alla sola HAF. Il suo scopo iniziale fu quello di addestrare il personale alla pianificazione ed all'esecuzione di Operazioni Aeree Composite (COMAO) secondo le dottrine all'epoca in vigore presso la HAF.

I velivoli partecipanti vennero basati a Larisa e l'attività aerea venne posta sotto il controllo ed il coordinamento del National Air Operation Center. A partire dal 2005 tuttavia il Comando e Controllo delle operazioni venne assegnato allo Air Tactics Center (KEAT) di Andravida mentre i velivoli partecipanti all'esercitazione operavano direttamente dalla propria base di appartenenza.

Il vero salto di qualità avvenne però solo nel Novembre 2013, quando si decise di trasformare INIOHOS in un'attività di più ampie dimensioni (Medium Scale Air Exercise), aperta anche alla partecipazione di assetti aerei internazionali. All'edizione 2015 parteciparono per la prima volta contingenti stranieri; vennero infatti rischierati ad Andravida una decina di F-16I "Sufa" di quattro diversi Squadron della Israel Air and Space Force ed alcuni Joint Terminal Attack Controllers (JTAC) del 4th Air Support Operation Group e del 2nd Air Support Operations Squadron dell'USAFE, entrambi di stanza in Germania. Quell'esercitazione, viene considerata la prima volta in cui equipaggi della Heyl Ha'Avir hanno operato sotto il controllo degli JTAC della NATO.

Tornando all'oggi, nei dieci giorni di attività di INIOHOS 2016 sono state effettuate oltre 1.000 sortite diurne e notturne di cui 950 appannaggio dei soli jet e sono stati coinvolti circa 1.300 aviatori. I padroni di casa hanno rischierato ad Andravida aliquote di velivoli provenienti da tutti i reparti tattici della HAF, e quindi F-16C/D delle varie versioni e Mirage 2000BG/EG; oltre naturalmente agli F-4E/PI 2000 (Peace Icarus 2000 aggiornati secondo il programma Avionics Upgrade Programme) appartenenti ai locali 338 e 339 Sqn. Due EMB-145H hanno invece operato direttamente dalla loro base d'appartenenza. Tutti gli equipaggi sono stati posti sotto il diretto controllo dell'Air Tactics Center, comandato dal Col. Dimitrios Panagiotopoulos.

Anche l'edizione di cui argomentiamo è stata caratterizzata dalla importante partecipazione israeliana e statunitense. I primi hanno rischierato 12 F-16C/D "Barak" provenienti dai reparti di base a Ramat David e cioè quattro monoposto F-16C del 117 Sqn, tre del 109 Sqn e cinque biposto F-16D del 110 Sqn. Inoltre, un singolo G.550 "Nachson Aitam" del 122 Sqn di Nevatim ha operato in funzione di supporto AEW&C; un KC-130H "Karnaf" ha effettuato i rifornimenti in volo mentre un altro C-130H ha probabilmente operato nel ruolo ELINT/EW.

Gli USA hanno invece messo in campo 12 F-15E del 492 FS/48 FW di base a Lakenheath, in Gran Bretagna, ed un contingente di 260 aviatori.

INIOHOS 2016 ha coinvolto anche l'Esercito e la Marina ellenici i quali da un lato hanno fornito agli incursori obbiettivi da colpire e dall'altro hanno potuto a loro volta esercitarsi nelle attività di difesa aerea a contrasto delle forze attaccanti. Gli "strike-packages" delle Blue Forces hanno così potuto confrontarsi con le diverse tipologie di obbiettivi terrestri e navali difesi, oltre che dai caccia delle Red Forces, anche dai sistemi anti-aerei. Tra questi,ricordiamo unico caso nella NATO, esiste anche il sistema russo S-300 PMU1 "Favorite".

Mezzi corazzati, navi, infrastrutture, porti ed aeroporti, centri di comando e controllo sono stati oggetto delle attenzioni degli incursori delle Blue Force . Ogni giorno, sono state effettuate numerose sortite diurne e notturne che hanno visto succedersi fino a sei "waves" verso i diversi scenari di conflitto simulato.
Le missioni hanno ricoperto sostanzialmente tutte le attività tipiche della guerra aerea moderna. In dettaglio, hanno riguardato missioni di contraviazione, Fighter Sweep (espressione intraducibile che indica la possibilità per gli equipaggi di colpire più o meno liberamente tutto ciò che si trova all'interno di un'area assegnata, in aria, a terra o sul mare), interdizione navale ed aerea, interdizione delle difese aeree, CombatSAR, ecc,

La presenza di forze statunitensi ed israeliane sul territorio greco non rappresenta una novità; è piuttosto una conseguenza degli stretti legami di cooperazione esistenti tra le tre nazioni in ambito militare. A parte infatti la stabile presenza di forze USA nel complesso aeronavale di Souda Bay a Creta, sono state numerose nel passato le esercitazioni che hanno coinvolto le forze armate delle tre nazioni, anche in forma bilaterale. Per citarne alcune, nel 2010 velivoli israeliani F-15I e F-16I hanno operato da Souda; nel 2013 è stata la volta della White Eagle tenutasi in Grecia e della Blue Flag di Ovda, Israele, quest'ultima caratterizzata anche alla presenza di assetti dell'AMI. Ancora la Blue Flag del novembre 2015, con assetti della HAF, USAF e della FA Polacca.

E' palese inoltre che i legami tra Grecia ed Israele si sono notevolmente intensificati in contrapposizione al deteriorarsi della collaborazione in ambito economico-militare esistente tra Israele e Turchia, interrottasi bruscamente nel 2008. Il trattato nucleare in corso con l'Iran, sempre aspramente contestato da Israele, al quale si è aggiunto l'accordo di fornitura del sistema missilistico anti-aereo russo S-300, hanno più volte spinto Tel Aviv a valutare l'opzione dell'azione militare contro quella nazione. Da ciò scaturisce la necessità per Israele di attivare nuove soluzioni d'addestramento che consentano ai propri piloti di prepararsi alle incursioni a lungo raggio, superando le ristrettezze dello spazio aereo nazionale. Perché quindi non approfittare dell'amicizia e della disponibilità di una nazione che, tra l'altro, disponeva già dello S-300?

Come noto, già dal 1999 le Forze Armate elleniche si erano dotate di due batterie del sistema anti-aereo russo. Acquisite inizialmente per difendere il territorio Greco-Cipriota da una eventuale aggressione turca, vennero riposizionate a Creta in seguito alle pressioni, anche militari, esercitate da Ankara.

Ricordiamo brevemente che lo S-300 viene oggi considerato come uno dei più efficaci sistemi missilistici da difesa aerea a lungo raggio. Progettato per rilevare, tracciare e distruggere oggetti volanti come missili cruise, missili balistici ed aerei incursori volanti a bassa ed alta quota, il sistema è accreditato della capacità di colpire bersagli in volo fino a 150km di distanza, i suoi sensori sono in grado di seguire fino 100 bersagli simultaneamente. Le due batterie in servizio nella HAF sono formate da 12 lanciatori mobili trasportati su autoarticolati, con un totale di 96 missili.

Non è un segreto per nessuno che i caccia di Tel Aviv, nel corso delle diverse esercitazioni effettuate con i greci, quindi anche INIOHOS, hanno potuto accedere alla vasta area addestrativa esistente attorno a Souda Bay ed, in particolare al NAMFI (NATO Missile Firing Installation) dove il sistema S-300 è installato. Gli israeliani sono stati dunque posti in grado di acquisire preziose informazioni sulle capacità di rilevamento e di ingaggio del sistema nonché sui dati tecnici del suo radar di scoperta. Da qui all'elaborare le contromisure e le tecniche per eludere e neutralizzare il sistema il passo è breve.

Equipaggi israeliani hanno inoltre utilizzato Souda per esercitarsi al rilascio di armamento aria-terra nel corso di missioni a lungo raggio effettuate direttamente dalle proprie basi d'appartenenza durante le quali, con l'appoggio dei tanker, hanno coperto una distanza equivalente a quelle che separa Israele dall'Iran.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'esercitazione, effettuata alla presenza del Ministro della Difesa greco Panos Kammenos, del Capo di Stato Maggiore della HAF Lt.Gen. Christof Vaitsis e degli addetti militari delle ambasciate americana ed israeliana, è stato evidenziato come la Grecia costituisca un teatro operativo ideale per la simulazione ai fini addestrativi di molteplici scenari di guerra, caratterizzata com'è da un'orografia complessa, formata da rilievi e territori aspri, da una bassa urbanizzazione, da cieli sufficientemente sgombri e da un'ampia superficie marina disponibile. In tale occasione è' stata esplicitamente affermata la volontà da parte greca di ampliare la partecipazione estera alle future edizioni di Iniohos, rendendola frequentabile anche da parte di altre azioni amiche, non necessariamente appartenenti alla NATO. L'obbiettivo è di far diventare questa la più importante esercitazione aerea multinazionale in ambito europeo.

               

               

               

               

               

               

               

               


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